mercoledì 23 gennaio 2013

Aria nuova per i diritti: dagli Stati Uniti

L'importanza della scelta delle parole. Nel discorso per il secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha posto, come punto centrale e fondamentale, il tema dei diritti umani e civili. E - davanti a 700 mila persone radunatesi a Capitol Hill e al mondo intero - ha giurato su due bibbie: una che appartenne ad Abramo Lincoln e un'altra di Martin Luther King.
Nel suo Inaugural Address, Obama ha pronunciato le seguenti parole: "Ciò che ci unisce come nazione non è il colore della nostra pelle nè l'origine dei nostri nomi, ma che tutti gli uomini sono creati uguali e hanni diritti inaleniabili". E non si è fermato qui. Ha continuato, infatti, dicendo: "Il nostro viaggio non sarà completo fino a quando i gay non saranno trattati come tutti gli altri...Lo dice la legge che siamo nati tutti uguali", parlando anche di "nostri fratelli e nostre sorelle gay". 
Per quanto riguarda la situazione economica e la sperequazione sociale, il Presidente ha rivolto un pensiero e l'impegno nei confronti degli umili, dichiarando che: "Il nostro Paese non può avere successo quando un gruppo sempre più ristretto sta molto bene ed un gruppo sempre maggiore ce la fa a stento".
Un discorso, quindi, incentrato sul concetto di "uguaglianza" e sull'importanza dei diritti garantiti (come già suggeriva la scelta delle due bibbie su cui prestare giuramento), sperando che sia un segnale raccolto anche da altri Paesi, compresa l'Italia.