sabato 5 gennaio 2013

Calcio e razzismo


C'era una volta un'epoca in cui il gioco del calcio era uno sport sano e divertente. L'epoca dei grandi campioni, delle grandi squadre (soprattutto italiane) e quella era l'epoca in cui il gioco del calcio era metafora della vita all'interno di una società funzionante.
Da qualche tempo, invece , il calcio italiano si è trasformato. E anche la società stessa lo ha fatto. Il mondo dei calciatori e dei dirigenti si è rivelato marcio, abbruttito da partite truccate, scommesse e denaro sporco. Molti allenatori non allenano più ai valori corretti, molti giocatori non seguono più le regole, i campioni non sono “generosi” in campo per far ottenere alla squadra il risultato migliore.
Ma non finisce qui.
A peggiorare la situazione, da un po' di tempo - anzi, da troppo tempo - i cori che incitavano la squadra del cuore o l'atleta più bravo si sono trasformati in cori sì, ma di insulti, fischi, versacci rivolti ai giocatori stranieri. A volte gli slogan riguardano gli “ebrei” (termine usato dai facinorosi in senso offensivo e negativo), ma ancor più spesso gli slogan e le ingiurie vengono rivolti ai giocatori neri, come è capitato solamente due giorni fa a Busto Arsizio (VA) durante la partita amichevole tra Milan e Pro Patria, altra storica società milanese.
Il 2013 non è iniziato nel migliore dei modi se ragazzi sportivi – come Boateng, Niang, Emanuelson, Muntari – vengono offesi dai tifosi avversari. Boateng ha deciso di reagire: si è tolto la maglia, ha preso il pallone in mano e lo ha lanciato contro la tribuna dove si trovavano i fanatici intolleranti. E la partita è stata sospesa.
Ma non si tratta solo di un gesto di esasperazione e di un incontro saltato. Si parla di qualcosa di più importante e di più profondo.
E' uno, l'ultimo, dei numerosi episodi che danno un allarme, che sono il segno di una malattia sociale. Di una società ancora incivile, ineducata e violenta, perchè anche le parole sono un'arma. Dalle parole soprattutto da certe parole, possono scaturire stereotipi, opinioni scorrette, comportamenti aggressivi.
Molti politici hanno condannato l'accaduto ( Roberto Maroni, Roberto Formigoni, il sindaco Giuliano Pisapia “ Da interista, esprimo il mio apprezzamento al Milan) così come i dirigenti delle squadre e della FIGC. Ma tutta la società civile deve provare vergogna e mobilitarsi affinchè questi episodi non cadano nel dimenticatoio, ma vengano puniti severamente. Perchè non si tratta di un gioco, si parla di convivenza, rispetto, giustizia e di molto altro ancora che ci riguarda da vicino e che che riguarda tutti noi.