giovedì 10 gennaio 2013

Disoccupazione giovanile al massimo storico


I dati Istat, secondo i rilevamenti fatti tra ottobre 2012 e gennaio 2013, rivelano una situazione grave per quanto riguarda il tema del lavoro.
Il problema riguarda tutti: uomini, donne, giovani e mano giovani. Ma, in particolare, il tasso della disoccupazione giovanile ( per la fascia di teà tra i 15 e i 24 anni) è arrivato al 37,1% con un aumento dei disoccupati, rispetto all'anno scorso, del 28,9%. Ovvero le persone senza lavoro sono 644.000 in più con tre milioni di precari.
Secondo l'Istat i dati sulla disoccupazione risentono, soprattutto, della permanenza al lavoro degli occupati più anziani a causa dell'inasprimento delle regole di accesso alla pensione. Il Ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha commentato la notizia con queste parole: “ E' chiaro che anche l'occupazione soffre, è un dato ovviamente negativo, ma atteso”; mentre il segretario generale delle CGIL, Susanna Camusso, sostenendo che mancano le risorse per gli ammortizzatori sociali, ha aggiunto: “ la scelta di non occuparsi né di politiche industriali né di politiche dei redditi e di sostegno ai redditi più deboli determina una crescente crisi dell'occupazione e del sistema produttivo”.
Come ha ricordato Roberto Benigni durante lo spettacolo televisivo sulla Costituzione italiana, ricordando l' Articolo 1, il lavoro è parte integrante dell'identità di una persona, è la sua stessa essenza. Togliere la speranza e la sicurezza lavorativa, soprattutto ai giovani, vuol dire togliere il futuro all'intero Paese.

Da qualche mese è uscito nelle sale cinematografiche un film intitolato Workers, pronti a tutto,di Lorenzo Vignolo, che parla proprio del tema della disoccupazione e del precariato.
Come spesso accade alla filmografia italiana, si tende a parlare con gli schemi e gli stilemi della commedia di argomenti seri e importanti. In questo caso la trama è costituita da tre episodi: il primo, dal titolo Badante, racconta la vicenda di Giacomo che, per riuscire a pagare l'affitto, accetta di fare da accompagnatore ad un paraplegico cocainomane e burbero; il secondo, Cuore di toro, vede come protagonista Italo che, per conquistare l'amata, si finge chirurgo, quando invece è l'addetto della raccolta di liquido seminale in un allevamento di tori; il terzo episodio, Il trucco, in cui Alice, pur di guadagnare qualcosa, finisce a truccare i morti in un'agenzia di pompe funebri.
Il ritmo della narrazione è incalzante e non poteva mancare una colonna sonora adeguata (bandjo, pianoforti, tamburi) dato che il regista viene dalla direzione di videoclip. Battute sferzanti, ironia e cinismo caratterizzano questo racconto che, però, resta troppo superficiale e stereotipato. Se il Cinema vuole fare critica sociale, allora è preferibile tornare al vecchio e caro Ken Loach dei primi anni anche se  la commedia all'italiana può ricordare, ai distratti, che i giovani italiani non sono poi così...”choosy”.