mercoledì 6 febbraio 2013

Il digiuno di Don Virginio Colmegna. Sui temi del diritto, delle carceri e della dignità

Anna - ma è il suo nome di fantasia - è una ragazza rom di 27 anni, madre di tre figli che, nel 2006, era finita a chiedere l' elemosina nelle metropolitane di Milano ed era stata denunciata per accattonaggio. Si era rivolta alla Casa della carità - presieduta da Don Virginio Colmegna - dove aveva preso dimora fino al 2010 quando era riuscita a trovare una casa per sè e per i propri bambini. Aveva anche iniziato un percorso di inclusione nella società con il proprio domicilio, un lavoro presso una persona molto nota della città e con la possibilità d mandare i figli a scuola.
Ma, dopo sette anni, è stata arrestata. E' accaduto poci giorni fa e Anna non sapeva neanche della condanna perchè l'avvocato d'ufficio non l'aveva messa al corrente del processo a suo carico. La giovane donna deve scontare sei mesi nel carcere di Como con l'accusa di "accattonaggio con minore". Il reato di accattonaggio è stato abrogato nel 1995 dalla Corte Costituzionale; oggi rimane quello di "accattonaggio con minore" che prevede una pena fino a tre anni.
Don Virginio Colmegna ha iniziato il digiuno a oltranza e dichiara che: " Non è una protesta solo per Anna, ma contro le carceri in generale. Altro che balle: il sovraffollamento è dovuto al fatto che in galera ci sono centinaia di persone che non dovrebbero starci. Come questa ragazza di 27 anni rumena.  Tutta gente che dovrebbe intraprendere percorsi di riabilitazione. Oggi il carcere serve solo a rompere e rovinare belle storie di recupero. Digiunerò fino a quando (Anna) non verrà scarcerata".
Casa della carità - insieme all'associazione Antigone, Camera penale di Milano, Centro Ambrosiano di solidarietà, Osservatorio carcere e territorio di Milano - ha presentato , a Palazzo Marino, un appello dal titolo:  Carcere, diritti e dignità perchè, come sostiene Corrado Mandreoli dell'Osservatorio: " Sovraffollamento, carenze igieniche, mancanza di risorse per progetti di reinserimento, sono solo alcuni dei problemi. E tutti devono farsene carico". Nell'appello di chiedono: la depenalizzazione dei reati minori, più pene alternative alla detenzione e la cancellazione di tre leggi: la Fini-Giovanardi sull'uso di alcune sostanze stupefacenti; la Bossi-Fini sull'immigrazione; e la ex-Cirielli sulla recidiva.