sabato 9 febbraio 2013

Re della terra selvaggia: un film sull'esclusione e sull'identità


 Louisiana del Sud, ma potremmo anche essere in Brasile, a New Orleans, ad Haiti...Hushpuppy ha sei anni, la mamma se n'è andata e lei vive, con suo padre, Wink, e gli altri membri della comunità “bathoub” nella Grande Vasca, il delta di un lungo fiume. Qui le baracche sono fatiscenti, mancano quei servizi che rendono la vita facile, ci si ciba di ciò che viene offerto dalla natura. Ma c'è tanta solidarietà fra le persone e ci sono determinazione e coraggio per continuare a vivere in un'area del mondo sempre a rischio di calamità, una zona povera e tenuta separata dalle grandi città, protette da infrastrutture e tecnologie efficienti, quelle città considerate “civilizzate”.
Sulla piccola Huspuppy incombe la paura della fine perchè la sua maestra parla in continuazione del riscaldamento globale, dello scioglimento dei ghiacciai e dell'arrivo dei terribili Aurochs, quelle bestie giganti e terribili che porteranno a termine l'Apocalisse. Ma un'altra fine, più vicina e certa, colpirà la bambina, quella del padre, ammalato di cuore.
Wink, per questo, educa la figlia a non mollare mai, a non piangere e a non temere niente e nessuno perchè lei, un giorno, dovrà diventare il “re della terra selvaggia”, ma Hushpuppy coltiva, dentro di sé, il sogno di ricongiungersi a quella madre talmente bella e dolce che, quando camminava, sapeva accendere il fuoco con il suo corpo.
Dopo la terribile alluvione e all'esplosione della grande diga per svuotare il villaggio da tutta l'acqua accumulatasi, la bimba fugge , con altre coetanee, su una nave mercantile verso un locale in cui vengono accolte da un gruppo di ragazze alla deriva: qui lavora anche una giovane donna, proprio bella e dolce come sua mamma...uno sguardo, un lungo e forte abbraccio ridanno alla piccola la sensazione di sicurezza e di pace. Ma lei sa di non poter abbandonare il padre in punto di morte. Ritorna alla Grande Vasca e, al capezzale del genitore, finalmente , i due piangono insieme.
Re della terra selvaggia , in questo periodo nelle sale italiane, è il primo film di Benh Zeitlin, di produzione indipendente, vincitore di numerosi premi e tratto dalla pièce intitolata “Juicy and the delicoius” di Lucy Alibar. In entrambi i testi si affronta il tema della dicotomia tra Natura e Cultura, ma il film mette in evidenza anche il percorso di formazione di una bambina che diventa adulta in condizioni di difficoltà pratiche e psicologiche, ma che recupera gli affetti, anche grazie alla figura paterna, dura e severa sì, ma allo stesso tempo profondamente umana.
Con un uso sapiente del mezzo cinematografico, il regista – grazie a una sceneggiatura che spazia dall'epica alla poesia – restituisce agli spettatori un'opera di grande respiro, un'atmosfera magica (sottolineata anche dalla colonna sonora ) che parla di fierezza e dignità, della difesa di una propria identità culturale e del rispetto per sé e per quelli considerati “Altri”. Senza dubbi e senza rassegnazione.