martedì 12 marzo 2013

LIBRO BIANCO sulla condizione dell'infanzia rom a Roma




Nei quarantacinque giorni precedenti le elezioni politiche, l'Osservatorio dell' Associazione 21 luglio (www.osservatorio21luglio.org) ha contato circa 59 episodi, offensivi e potenzialmente incitanti all'odio e alla discriminazione, nei confronti di rom e sinti. E' stato rilevato che molte affermazioni appartengono agli esponenti del partito leghista per cui, a pochi giorni dall'elezione di Roberto Maroni come Presidente della Regione Lombardia, l'associazione gli ha inviato una lettera per invitare gli attivisti e i dirigenti della Lega Nord “ad evitare stigmatizzazioni indistinte e strumentali rivolte ai componenti delle comunità rom e sinte, al fine di evitare il rischio di alimentare tra i cittadini sentimenti di paura, rigetto e intolleranza verso le suddette comunità, lesivi della civile convivenza nel nostro Paese”.
Intanto, a Roma, è stato presentato anche il rapporto Rom(a) Underground. Libro bianco sulla condizione dell'infanzia rom a Roma, sempre redatto dall'Associazione 21 luglio. E' stato preso in considerazione il Piano Nomadi dell'ultima amministrazione del Comune della capitale, in particolare per il periodo compreso tra il 2009 e il 2012, soprattutto in relazione alla tutela dei diritti dell'infanzia e al principio di uguaglianza tra i minori rom e non rom.
Solo nella città di Roma sono circa 3.900 i minori rom in emergenza abitativa e residenti in “villaggi attrezzati” o “campi di tolleranza” con evidenti conseguenze sulle loro condizioni di vita e di salute; sono, infatti state rilevate fragilità aggravate per i bambini e ragazzi disabili, problemi respiratori, dermatiti, stati depressivi e ansiogeni. Gli sgomberi forzati (quasi 500 negli ultimi tre anni) hanno, inoltre, influito negativamente sul loro diritto ad un alloggio e all'istruzione.
Nella prefazione al Libro bianco,Vincenzo Spadafora, l' Autorità Garante per l'infanzia e l'Adolescenza, scrive: “Attraverso le loro parole (dei minori rom) capiamo che cosa implica essere spostati in campi attrezzati fuori dal Grande Raccordo Anulare, essere accompagnati a scuola in un “pulmino speciale”, non avere spazi e tempi per giocare con i compagni non rom e quale sia l'impatto della vita nei campi attrezzati sulla loro salute fisica e psicologica”. Per un bambino rom o sinti, infatti, nascere in Italia significa avere una vita segnata all'origine in quanto, secondo alcuni, appartiene ad un popolo inadatto alla vita stanziale, disposto ad avere un'esistenza in cui sono costantemente sospesi i diritti fondamentali. Ma la realtà è un'altra e i diritti di base vanno garantiti a tutti, in special modo ai minori.