sabato 23 marzo 2013

Mujeres argentinas (si) raccontano


Una mostra che documenta e racconta il percorso esistenziale e artistico di sette donne argentine, emigrate in Italia. A Roma, presso il Museo “Luigi Pigorini”, dal 9 al 23 marzo.


Molti i cognomi italiani in Argentina, come abbiamo già ricordato nell'articolo intitolato “Italiani d'altrove: parole di poeti che scrivono in altre lingue, ma continuano a sentire in italiano”: Piazzolla, De Caro, Pugliese. Molti gli italiani emigrati in Argentina, in passato, che - a Buenos Aires, Cordoba, Mendoza - hanno costruito associazioni, e industrie e hanno prodotto arte. Ma si parla per lo più di uomini.
Tantissime, invece, anche le donne che, dal Bel Paese, sono andate a vivere in Argentina oppure che dal Paese sudamericano hanno deciso di venire in Italia. Il problema, però, è che molti argentini hanno la doppia cittadinanza, arrivano qui con il passaporto italiano senza avere contatti con il Consolato di appartenenza per cui il Consolato stesso ha solo una stima del 50% delle persone che arrivano in Italia.
L'esposizione romana si concentra sulla vitale presenza delle donne argentine: si tratta della vita e dell'operato di ballerine, scrittrici, musiciste, attrici e di una videomaker che portano nelle vie e nelle piazze italiane, ad esempio, il murga - una forma di teatro di strada che unisce danza, canto e musica - e, con esso, la propria cultura. Anche il linguaggio delle immagini e delle poesia cattura istanti di bellezza e veicola la riflessione sul mondo, sulla realtà: una realtà in continua trasformazione.
Anche l'allestimento del percorso espositivo è interessante: le tre curatrici (Inés Grion, giornalista; Marina Rivera, designer; Leticia Marrone, sociologa, tutte e tre italo-argentine) hanno creato - attraverso la tecnica del reportage - una mostra multimediale. La scenografia è costituita dal soggiorno di un'abitazione, uno spazio intimo che permette di raccontare e di raccontarsi, prendendo in considerazione i temi della Memoria, dell'immaginazione, della quotidianità e delle aspettative per il Futuro. E Le donne argentine, che visitano la mostra, possono inserire le loro fotografie all'interno delle cornici - rimaste ancora vuote - nel salotto “artistico”: in questo modo non saranno solamente spettatrici, ma diventeranno, simbolicamente, anche loro protagoniste di un lavoro che parla di immigrazione e creatività, declinate al femminile.