sabato 20 aprile 2013

Il Venezuela dopo Hugo Chavez


Rimane controversa la situazione del Venezuela, anche dopo l'era di Hugo Chavez. Durante il suo governo, il Paese è riuscito a realizzare due degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” grazie alle cosiddette “misiones”, ovvero programmi operativi e investimenti pubblici in ambito sociale; è stato messo in atto un utile scambio tra le forniture petrolifere venezuelane e le risorse sanitarie di Cuba; è stata fatta un'adeguata politica nutrizionale, per cui è sceso l'indice di incidenza della malnutrizione.
Ma resta ancora molto da fare in materia di diritti umani.
Lo afferma con forza Amnesty International che, prima di tutto, ricorda proprio il ritiro dalla Convenzione americana dei diritti umani e dalla giurisdizione della Corte interamericana: una decisione che nega la possibilità di chiedere protezione, tramite una sentenza giudiziaria, all'organismo interregionale.
Il tema centrale su cui si basa il rapporto-denuncia di Amnesty riguarda la violenza: il nuovo Presidente dovrà, infatti, prendere il seria considerazione il problema della sicurezza nelle maggiori città del Paese, controllando la detenzione e l'uso delle armi e approntando programmi di sostegno alle vittime e ai sopravvissuti alla violenza dilagante. Situazione “calda” anche all'interno delle carceri: molte di esse sono sovraffollate e questo è causa di frequenti scontri tra bande di detenuti: sarebbe necessaria, quindi, una riforma del sistema che accorci i tempi dei processi.
Una riflessione ulteriore riguarda, sempre secondo Amnesty, la condizione femminile, anche loro troppo spesso vittime di violenza: la Ong chiede che si attuino i regolamenti e che si costruiscano i rifugi previsti dalla “Legge organica sul diritto delle donne a una vita libera dalla violenza”.
Infine, ma non meno importante, il nuovo governo dovrà occuparsi dei temi della libertà di espressione e del diritto d'associazione: anche dopo Chavez, purtroppo, si ripetono gli episodi di intimidazione. Ricordiamo, tra tutti, la vicenda di Rayma Suprani, giornalista e autrice delle vignette pubblicate sul quotidiano “El Universal”: il 18 marzo scorso, nel giro di sette ore, la giornalista ha ricevuto decine e decine di minacce, via sms e a voce, da trenta cellulari diversi. “ Maledetta golpista ti faremo a pezzi”, “ Useremo quella corda addosso a te, donna sleale, amante degli yankee, traditrice del Venezuela”, “Te la faremo pagare”.
Tutto questo è contenuto in una lettera che Amnesty Internatinal ha inviato ufficialmente a tutti i candidati alla presidenza del Venezuela.








Rayma Suprani