venerdì 17 maggio 2013

Assistenza sanitaria ai conviventi dello stesso sesso



Per cinque anni, nella scorsa legislatura, Anna Paola Concia aveva provato a far passare il provvedimento per la concessione dell'assistenza sanitaria ai conviventi dei deputati dello stesso genere: ma non ci era riuscita.
Ora, invece, l'Ufficio di presidenza della Camera ha stabilito come, con il pagamento di una somma pattuita, l'assistenza sanitaria integrativa debbe essere riconosciuta anche ai parlamentari che convivono con persone del medesimo sesso: tale disposizione è già vigente per i deputati e i senatori eterosessuali che convivono o che sono legati dal vincolo del matrimonio, ma il fatto che sia stato esteso anche alle coppie omosessuali è un piccolo, ma importante passo avanti nel riconoscimento delle coppie di fatto.
Ivan Scalfarotto, esponente del Pd, ha affermato: “ Può sembrare un semplice atto amministrativo e invece ha una valenza universale, ora è giusto riconoscere gli stessi diritti a tutti i cittadini, che non vanno riconosciuti solo ai parlamentari, ma a tutti gli italiani. Se si riconosce una famiglia more uxorio questa deve essere sia omosessuale che eterosessuale, come riconosciuto anche da sentenza della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale”. A fronte di queste parole, la Lega ha votato contro il provvedimento e il Movimento 5 Stelle si è astenuto.
Il dibattito sulle coppie omosessuali, in italia, è ancora lungo e sarà, sicuramente, ancora faticoso, ma la decisione dell'Ufficio presidenza della Camera segna un goal a favore della lotta alla discriminazione.