venerdì 3 maggio 2013

Festival del cinema africano, d'Asia e America latina: la 23ma edizione, a maggio

 

Il festival del cinema africano, d'Asia e America latina, giunto alla sua ventitreesima edizione, si sposta nel mese di maggio, dal 4 al 10, sempre a Milano.
Si rinnova l'appuntamento con una manifestazione ricca di proposte cinematografiche e di iniziative culturali e artistiche che vogliono continuare a far conoscere le culture del sud del mondo e riflettere sui temi di attualità.
I film del concorso lungometraggi “Finestre sul mondo” sono tutti in prima nazionale e, tra i titoli più attesi, si segnala With you, without you per la regia di uno dei più importanti registi asiatici emergenti, Prasanna Vithanage: un film dello Sri Lanka che punta i riflettori sul conflitto, poco conosciuto al grande pubblico, tra cingalesi e tamil. Per il concorso documentari c'è grande attesa per l'ultimo lavoro di Raoul Peck che con Assistance mortelle lancia un forte atto d'accusa contro il business degli aiuti umanitari agli abitanti di Haiti; e c'è grande curiosità anche per il film dell'autore iraniano Moshen Makhmalbaf che, con una regia a quattro mani, insieme al figlio, indaga i principi della religione Bahà'ì, riflettendo sul ruolo e sul potere delle confessioni spirituali. Dal concorso per il Miglior film africano, l'attenzione è rivolta al lungometraggio di Nouri Bouzid che torna a parlare della gioventù tunisina, sullo sfondo della rivoluzione, in Beautés cachées.
Il festival ripropone, come per gli ultimi anni, la competizione dei cortometraggi africani e il concorso Extr'A, dedicato alle opere di cineasti italiani che si confrontano con culture altre e con il tema delle migrazioni per arricchire, poi, il programma anche con la sezione più “leggera” intitolata “E tutti ridono...le più divertenti commedie da Africa, Asia e America latina”.
Segnaliamo le proiezioni rivolte agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado che si terranno il 7-8-9 maggio presso l'Auditorium San Fedele e, tra queste, ricordiamo, ad esempio, il film The orange suit di Dariush Mehrjui che narra la storia di Hamed Aban, fotografo professionista, che - imbattutosi in un libro sul Feng Shui - diventa ossessionato dalla pulizia dell'ambiente; finisce per diventare spazzino della sua città tanto da meritare il titolo di “laureato in arancione”, per il colore della divisa da lavoro. La sua crescente notorietà inasprisce i rapporti con la moglie, dottoranda universitaria, avviando un'amara battaglia per la tutela del figlio. E ancora: 7 Cajas (Sette casse) di Juan Carlos Maneglia e Tana Schémbori, dal Paraguay. E' la storia di Vctor, uno dei tanti facchini del mercato di Asuncìon che trasporta le merci con una carriola di legno; Ma Victor sogna di diventare una star della televisione e di possedere un cellulare con la fotocamera...
La manifestazione proseguirà con gli incontri e le mostre del Festival Center che propone, tra le altre iniziative, un mix di lavori di artisti e cittadini comuni siriani che raccontano la società civile e la sua resistenza. L'esposizione, curata da Donatella Della Ratta, si intitola “Creative Syria” e sarà inaugurata il 4 maggio alle ore 12.30 presso la Casa del pane (casello Ovest, Porta Venezia, Milano).
Continueremo a seguire con attenzione il Festival del cinema africano, d'Asia e America latina con recensioni dei film, approfondimenti e interventi di ospiti.