mercoledì 22 maggio 2013

Se dico rom...Indagine sulla rappresentazione dei cittadini rom e sinti nella stampa italiana

Dal giugno 2012 al marzo 2013, i volontari dell'associazione Naga (Associazione volontaria di Assisetnza Socio-Sanitaria e per i Diritti di cittadini stranieri, rom e sinti) hanno analizzato gli articoli realtivi ai cittadini rom e sinti pubblicati su nove testate giornalistiche italiane: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, il Sole 24 ore, Il Giornale, Libero Quotidiano, La Padania, La Prealpina, Leggo, edizione di Milano.
Uno dei risultati emersi è che sia molto diffusa la pratica di inserire i rom in articoli che parlano di fatti negativi. Vengono, infatti, associati a criminalità e degrado anche i cittadini rom che compiono atti che non costituiscono reato (ad esempio, lavarsi ad una fontana) oppure che sono del tutto neutri (passare per un luogo o camminare). Ormai è sufficiente essere rom per essere qualcosa di negativo: lo stereotipo è talmente radicato che ha raggiunto un livello ontologico. Natascia Curto, una delle volontarie che ha curato la ricerca ha scritto, nel rapporto intitolato Se dico rom...Indagine sulla rappresentazione dei cittadini rom e sinti nella stampa italiana (che vede l'introduzione di federico Faloppa): “Abbiamo analizzato gli articoli per descrivere alcuni dei meccanismi attraverso i quali questo processo avviene e per capire quale sia il nesso tra rappresentazione negativa e discriminazione...Spesso queste associazioni raggiungono livelli discriminatori e vengono fatte ricorrendo a dichiarazioni riportate tra virgolette. Inoltre, un'altra modalità riscontrata nel trattamento dei rom nella stampa è quella di creare una separazione, un noi e un loro, i “cittadini” e i rom: due gruppi diversi...che non si intersecano e il cui benessere è alternativo”. O stiamo bene noi, quindi, oppure stanno bene loro.
Dall'analisi quantitativa, effettuata da Cristina Ferloni e Fanny Gerli, emerge che nel 30% degli articoli sono presenti dichiarazioni che si possono considerare discriminatorie. Hanno detto affermato le volontarie: “ La maggior frequenza di articoli che parlano di rom è riconducibile alle testate nazionali, con una significativa prevalenza per il Corriere della Sera e La Repubblica, seguiti da Libero nella sua edizione milanese. Le dichiarazioni discriminatorie analizzate rimandano in prevalenza a racconti di intolleranza sociale e discriminazione (37,2%), seguti da quelli che fanno emergere una differenziazione tra un “noi” e un “loro” (32,3%)”.
Il trattamento che la stampa fa dei rom ha l'effetto di creare, nell'opinione pubblica, un'idea negativa di queste persone, rinforzando le barriere che impediscono la piena fruizione dei diritti civili e sociali da parte dei rom. Ma la stampa, di contro, può essere anche veicolo di conoscenza e di avvicinamento. Cinzia Colombo, Presidente del Naga, ha chiesto ai singoli giornalisti, ai titolisti, alla Federazione Nazionale della Stampa e agli editori di rispettare e applicare le linee-guida per l'applicazione della Carta di Roma; di dar voce ai cittadini rom e sinti e ascoltarli come fonti; e, infine, di firmare l'appello dal titolo “I media rispettino il popolo rom”, lanciato dai giornalisti contro il razzismo.
Ogni singolo cittadino, infine, nella quotidianità, quando parla con gli amici, nei discorsi in famiglia, ha l'occasione di confermare o contrastare gli stereotipi e i pregiudizi che circolano sui rom e sinti: è importante avviare un lavoro culturale, capillare e costante.