mercoledì 18 settembre 2013

Padre Puglisi e la sua lotta per la legalità




E' stato un sacerdote e diventerà beato, ma Padre Giuseppe Puglisi era, prima di tutto, un uomo. Un uomo che è stato ucciso il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, il 15 settembre di venti anni fa.
Nel 1990 don Pino viene nominato parroco a San Gaetano, nel difficile quartiere Brancaccio di Palermo, e, nel '93, inaugura il centro “Padre Nostro”, aiutato da un gruppo di suore, dal vice Gregorio Porcaro e da un gruppo di persone laiche legate all'Associazione Intercondominiale; questo piccolo gruppo riesce a indirizzare i bambini e i ragazzi di Brancaccio verso il centro e verso la legalità, invece di farli rimanere, abbandonati a se stessi, per strada e nelle mani delle cosche.
Un bel ritratto dell'attività e della personalità di Padre Puglisi è stato fatto nel film di Roberto Faenza, dal titolo Alla luce del sole: in una scena, il prete entra in una scuola e, in classe davanti agli studenti stupiti, inizia a saltare su scatoloni di cartone, dicendo: “Dobbiamo rompere le scatole”: perchè questo faceva don Pino, “rompeva le scatole” ai mafiosi e a quelli collusi con la criminalità; “rompeva le scatole” alle famiglie che avevano paura e a coloro che si chiudevano nell'omertà. E proprio per questo è stato ammazzato.
Ed è morto “alla luce del sole”: nel piazzale sotto casa sua, di giorno, probabilmente davanti a tanti testimoni che hanno fatto finta di non vedere e di non sentire, trincerandosi dietro alle persiane abbassate.
A distanza di 20 anni Maria Pia Avara, vicepresidente del centro “Padre Nostro”, dice: “ Non si può arretrare nemmeno di un millimentro in quartieri a rischio come Brancaccio. Le cose da fare sono ancora molte perchè questo è un territorio molto difficile. Certamente in tutti questi anni è cambiato molto. Oggi lavoriamo in sinergia con altre realtà come la scuola Puglisi, la chiesa e la circoscrizione per migliorare tanti aspetti del territorio”. Meno ottimista Maurizio Artale, presidente del centro: “ Fino a poco tempo fa il luogo dell'uccisione di don Puglisi era un parcheggio per le auto. A nulla valevano le targhe e le commemorazioni...Poco è cambiato. Anche in questi giorni è stata rubata una moto a un nostro volontario, proprio davanti al centro dove si stava svolgendo un incontro per il ventennale della morte di Padre Pino. La gente non cambia, soprattutto quella onesta che è rimasta apatica e indifferente alla morte e al sacrificio di un uomo speciale”.
E' difficile scardinare una mentalità incentrata sulla violenza e sulla sopraffazione, ma il lavoro continuo e capillare degli operatori del centro e delle altre associazioni è importante per riaffermare i concetti di giustizia e di onestà, in particolare tra i più giovani che rappresentano la speranza di un cambiamento per il bene di tutti.

Padre Puglisi nel ricordo di Pino Martinez