domenica 20 ottobre 2013

Lea Garofalo: un'eroina contemporanea



E' Denise che ci invitati qui per dire Ciao alla sua mamma, e a lei vogliamo dare un forte abbraccio”, queste le parole di Don Ciotti in occasione del funerale civile per Lea Garofalo,
una cerimonia laica per la testimone di giustizia, ammazzata brutalmente il 24 novembre 2009 dal suo ex compagno e boss mafioso, Carlo Cosco.
Il corpo della donna fu ritrovato in un campo vicino a Monza, a novembre dello scorso anno e la figlia, Denise - ora in un luogo sconosciuto perchè soggetta ad un regime di protezione - ha voluto che il funerale fosse celebrato nella città di Milano perchè è qui che Lea si era rifatta una vita, scappando da Petilia Policastro (in provincia di Crotone) dove la sua famiglia gestiva gli affari della 'ndrangeta.
Le parole e le note delle canzoni di Vinicio Capossela, di Rino Gaetano, di Vasco Rossi; le bandiere colorate con il volto di questa eroina contemporanea; i cartelli che inneggiano alla giustizia e alla legalità: questi simboli e segnali di riconoscenza hanno abbracciato la salma della donna insieme a tantissime persone, di tutte le età, che hanno voluto darle l'ultimo saluto. E poi le letture, impressionanti, che restano come testamento morale e come mònito per tutti, come quella pagina di diario, datata 18 agosto 1992, in cui Lea scriveva: “ Non ho mai avuto affetto e amore da nessuno. Sono nata nella sfotuna e ci morirò. Oggi però ho la speranza per andare avanti e si chiama Denise. Avrà tutto quello che non ho mai avuto nella vita”.

Durante il funerale, che si è svolto ieri, sabato 19 ottobre 2013 in Piazza Beccaria, sono stati distribuiti dei segnalibri perchè, ha spiegato il sacerdote fondatore di Libera: “ Vogliamo riaffermare il potere dei segni contro i segni del potere. Il segnalibro riafferma l'importanza della cultura contro la mentalità mafiosa”. Il sacerdote, alla fine dell'incontro e con le lacrime agli occhi, ha gridato: “ Non basta parlare di verità, dobbiamo cercarla...Abbiamo tanto dolore dentro perchè non ce l'abbiamo fatta a salvarla” , ma sabato abbiamo preso tutti un impegno che è quello di non lasciare mai sola Denise e di ripartire per cercare di riaffermare non solo la verità, ma per combattere la “mafiosità” che, a volte, è anche dentro di noi, e troppo spesso si trova intorno a noi.
La voce di Denise rieccheggia nella piazza, una voce spezzata dal pianto che dice: “ Per me,oggi, è un giorno molto difficile, ma la forza me l'hai data tu, mamma. Se è successo tutto questo è solo per il mio bene e non smetterò mai di ringraziarti”.