martedì 26 novembre 2013

Sistema carceri


A pochi giorni dal messaggio del capo dello Stato,Giorgio Napolitano,rivolto ai Presidenti delle Camere in cui chiedeva di risolvere l'emergenza del sovraffollamento delle carceri, un giovane di ventinove anni si è tolto la vita nell'istituto di pena di Benevento, impiccandosi ad una finestra della cella. L' associazione Stretti Orizzonti riferisce che, con questo ultimo episodio, salgono a 46 i detenuti suicidi dall'inizio dell'anno e a 141 il totale dei decessi in carcere.
Torna, quindi, al centro del dibattito, anche politico, la questione del sovraffollamento e del miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti. Il Guardiasigilli, Annamaria Cancellieri, durante il congresso dei Radicali Italiani a Chianciano, ha sottolineato il fatto che: “ Non è più un problema di sovraffollamento delle carceri” ma che “Il problema è più ampio, diverso e coinvolge non soltanto le condizioni dei detenuti nelle acrceri, ma anche il modo in cui si trovano a lavorare gli agenti della polizia penitenziaria e i magistrati di sorveglianza”.
Il Ministro ha anticipato anche alcuni provvedimenti proposti durante l'incintro,a Strasburgo, con il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland. Il cosiddetto “piano carceri” prevede: l'approvazione di un decreto legge che riduca i flussi d'ingresso in carcere e che renda più fluido l'accesso alle misure alternative: in tal senso, si propone di adottatre un provvedimento che preveda minori sanzioni per i tossicodipendenti e percosri facilitati di rimpatrio per gli stranieri, in linea con le direttive dell'Unione Europea.
Un secondo obiettivo riguarda l'ampliamento del modello di detenzione “aperta” che riguarda la permanenza fuori dalle camere di pernottamento per 8 ore al giorno e la creazione, all'interno degli istituti, di spazi per attuare attività ricreative e laboratori rivolti al reinserimento del detenuto nel mondo del lavoro e nella società.
Infine, è previsto un potenziamento delle strutture penitenziarie che porterà, entro la fine dell'anno, ad altri 2000 posti in edifici nuovi e all'aumento di 4.500 posti in quelli già esistenti.

Riproponiamo, per voi, il video di un incontro organizzato, prima dell'estate, dall'Associazione per i Diritti Umani in collaborazione con Spazio Tadini




Ma il dibattito continua. Vi segnaliamo, inoltre, un'iniziativa che verrà presentata oggi, martedì 26 novembre, 2013 presso l'Urban Center, alle ore 18.00 in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Consigli di lettura su carcere e dintorni



Quante sono le persone detenute negli istituti penitenziari di Milano? Come si fa a sopravvivere in sei persone in una cella di 3 metri per 4? Come si passa la giornata chiusi in un "locale/loculo"? Qual è la condizione di chi vive in un regime carcerario "duro"? Cosa significa per una donna e per una mamma essere detenuta? Come funziona il sistema della giustizia minorile e perché è diverso da quello degli adulti?Per rispondere a queste e a tante altre domande simili, l'Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale propone un ciclo di incontri e di presentazione di libri per conoscere e appronfondire le varie sfacettature del mondo del carcere e della penalità.
OSPITI: DAVIDE DUTTO, fotografo e GIORGIA GAY, antropologa-giornalista
Come si fa a sopravvivere per mesi o per anni in una cella di pochi metri quadri, chiusi fino a ventun'ore al giorno in compagnia di altre tre, o quattro, o cinque persone? Come si fa a far trascorrere intere giornate senza avere assolutamente mai niente da fare? Come si fa a difendere la propria identità all'interno di un sistema che tende ad annullare la personalità di chi sta chiuso al suo interno?
Davide Dutto è fotografo,coautore con Michele Marziani del libro "Il gambero nero" (Edizioni Cibele) e promotore dell'associazione "Sapori reclusi" che, partendo dal comune bisogno dell'uomo di nutrirsi, vuole riunire uomini e donne che vivono nascosti agli occhi dei più, con il resto della società.
Giorgia Gay è antropologa, giornalista ed autrice dell'e-book "... e per casa una cella - I detenuti e lo spazio: tattiche di reazione e domesticazione", una ricerca sulla percezione e l'utilizzo dello spazio in una comunità ristretta.
Al dibattito interverranno Emilio Caravatti e Lorenzo Consales, docenti a contratto del Politecnico di Milano, per raccontare un'esperienza di interazione tra studenti di architettura e persone detenute sulla riprogettazione degli spazi del carcere.
Un ricettario "galeotto" nel quale confluiscono piatti, sapori e metodi di preparazione provenienti da tutto il mondo, perché la globalizzazione è arrivata anche in carcere. Un libro fotografico (un racconto in immagini, realizzato assieme al direttore, alle educatrici, alle assistenti sociali e al comandante della polizia penitenziaria) per illustrare la vita quotidiana dei detenuti del carcere piemontese di Fossano. Un ricettario nel quale per un detenuto il cibo diventa un momento in cui affermare i propri gusti e il proprio saper fare, e un modo per ricordare gli affetti e condividere un momento di piacere.
Una cella di tre metri per due, un corridoio di circa 30 passi, un cortile (definito "passeggio"), per stare all'aria aperta; in questi spazi, circondati da muri, cancelli e porte blindate, si svolge la vita di una comunità molto numerosa ma nascosta, relegata ai margini: la comunità dei detenuti. Si tratta di migliaia di persone in tutta Italia che vivono, mangiano, respirano in un mondo quasi fuori dal tempo e dallo spazio, una sorta di non-luogo impenetrabile. E' una comunità che ha un proprio ordine, regole e dinamiche interne assolutamente originali. Ma soprattutto è una comunità "ristretta" nella libertà ma anche negli spazi, che abita un mondo che si esaurisce in pochi metri quadri.