mercoledì 15 gennaio 2014

La malnutrizione delle donne e dei bambini in Madagascar




Le foto che qui pubblichiamo - ringraziando un nostro lettore che ce le ha mandate - ritraggono bambini e ragazzi sani: molti hanno entrambi i genitori, vivono insieme a loro di pesca, sono sereni anche se poveri.

Sono bambini e ragazzi del Madagascar, la quarta isola più grande del mondo dove, invece, tantissimi - tra donne e minori - soffrono di malnutrizione acuta grave.

La situazione, nell'isola africana è particolarmente grave in quanto - secondo l'ultima Ricerca Demografica e Sanitaria Onu del 2009 e secondo i dati Unicef 2012 - il 76,5% della popolazione vive in condizioni di miseria. Sappiamo che i numeri sono fastidiosi, soprattutto quando si parla di persone, ma in questo caso dobbiamo far parlare le statistiche: il 26% delle donne in gravidanza soffre di ritardo della crescita e il 19% è deperito; solo il 50% dei bambini malgasci viene allattato al seno fino ai sei mesi e molti bambini sotto i cinque anni soffrono di anemia; ogni anno circa 44.000 bambini muoiono a causa di malattie quali: la malaria, la dissenteria, la polmonite e questo accade, soprattutto, nelle aree più a rischio, come sugli altopiani e nelle zone meridionali e sud-orientali dell'isola. 


La fase critica della vita in cui si può agire per combattere la malnutrizione va dall'inizio della gravidanza ai due anni per cui la maggior parte degli investimenti dovrebbe essere destinata a questo periodo per ottenere un risultato di lunga durata che possa aiutare sia le madri sia i figli.

Dal 2012 l'UNICEF Italia ha partecipato al progetto intitolato “Ridurre la malnutrizione materna e infantile in 30 distretti”, un progetto che prevede la fornitura alle strutture periferiche di alimenti terapeutici, farmaci e attrezzature utili per il monitoraggio e la cura dei casi di malnutrizione cronica; l'assistenza tecnica ai medici del posto; campagne di sensibilizzazione e formazione di operatori sanitari. In particolare - nei 30 distretti urbani delle 12 regioni a rischio - l'intervento capillare dell'organizzazione ha portato ad alcuni risultati positivi: l'allattamento al seno entro la prima ora del parto e proseguito fino ai 24 mesi di vita dei neonati; l'alimentazione integrativa adeguata a partire dai sei mesi con l'uso dei micronutrienti; la riduzione del tasso di mortalità infantile.


Interessante notare, infine, che i progetti formativi sul tema della malnutrizione sono rivolti anche agli stessi capi-villaggio per una maggiore consapevolezza e autonomia nel gestire il problema e, magari col tempo, risolverlo.