mercoledì 22 gennaio 2014

Per la giornata della memoria: presentazione del film IL FIGLIO DELL'ALTRA




In occasione della Giornata della memoria, il 27 gennaio, l'Associazione per i Diritti Umani presenterà il film Il figlio dell'altra, opera prima della regista francese, di origine ebraica, Lorrein Lévy. Il film veicola molti argomenti importanti e universali: si parlerà, infatti, dell'importanza della memoria storica, individuale e collettiva; di Storia contemporanea; di relazioni umane, in particolare del rapporto tra genitori e figli; della faticosa ricerca della propria identità, complicata dal contesto di guerra.

Il film si inserisce nel cineforum organizzato dall'istituto Seraphicum di Roma e sarà proiettato venerdì sera - 24 gennaio - alle ore 21.00 e sabato 25, al pomeriggio alle ore 16.00, con la presentazione dell'Associazione per i Diritti Umani.

Per il programma completo del cineforum www.seraphicum.org

Indirizzo: Via del Serafico, 1 ROMA      








Di seguito una breve recensione del film IL FIGLIO DELL'ALTRA



Tel Aviv, oggi. Orith e Alon sono una coppia con due figli: durante la visita per il servizio militare del loro primogenito, Joseph, si viene a scoprire che il ragazzo non è il loro figlio biologico perchè, alla nascita, è stato scambiato con Yacine, figlio di una coppia palestinese che vive in Cisgiordania.

L'errore è il motore del confronto tra due famiglie, tra due popoli da sempre in una situazione di conflitto; è l'occasione, per giovani e adulti, per occupati ed occupanti, di osservare e tentare di capire le ragioni dell'Altro. I padri cercheranno di negare l'accaduto; i figli tenteranno una conciliazione attraverso la conoscenza profonda; le madri si affideranno all'istinto.

La cinepresa racconta di un Paese lacerato da muri, check point, filo spinato; una città ricca, ariosa e luminosa (Tel Aviv) da una parte e i territori poveri e polverosi, in cui le persone sono imprigionate per l'odio atavico di chi governa, dall'altra. Ma la gente comune sa parlare e capire, è capace - nonostante tutto - di superare ideologie e pregiudizi per mettere in campo quei sentimenti che appartengono a tutti: la solidarietà, la comprensione, l'amore.