martedì 25 marzo 2014

Hai dato soldi agli zingari !




Il lavoro delle associazioni, degli organi di stampa, degli insegnanti e di tanti altri è importante soprattutto per abbattere i pregiudizi; è un lavoro necessario se, nel 2014 e in una città grande e cosmopolita come Milano, un ragazzo si rivolge al Sindaco e lo apostrofa con queste parole: “Hai dato i soldi agli zingari e ai rom, sei una merda”.

Certo, si può dissentire dalle scelte politiche e istituzionali che riguardano i cittadini, ma bisogna vedere i modi e le motivazioni.

Nel corso della prima Giornata della legalità, che si è tenuta il 21 marzo presso il Teatro Dal Verme, il sindaco, Giuliano Pisapia, è stato contestato da Alessandro, uno degli studenti in platea. Più volte il ragazzo ha urlato la suddetta frase al primo cittadino che lo ha invitato ad un confronto diretto e più pacato e, una volta impugnato il microfono, Alessandro ha criticato la scelta di aumentare i costi dell'Imu, dell'Irpef e dei biglietti dei trasporti pubblici, aggiungendo che invece siano stati regalati dei soldi agli zingari “mentre vedo nel mio quartiere gente che non arriva a fine mese. Io mi informo”.

Ecco, è un bene che i giovani si informino, ma la responsabilità è degli adulti che si occupano di informazione, che costruiscono le notizie, che formano - con le loro parole - l'opinione pubblica. Mescolare, in maniera superficiale, il tema della crisi economica, con i tagli ai servizi e con gli “zingari” è frutto di malainformazione, di stereotipi e di diffidenza generati dalla mancanza di approfondimento.

Non vogliamo prendere posizione sull'operato di Pisapia, né questa è una difesa d'ufficio, ma siamo d'accordo con lui quando dice, come ha ricordato anche allo studente: “ ...Non bisogna mettere tutti sullo stesso piano, ma bisogna giudicare persone per persona, per l'impegno che ci mette, se fa le cose per se stesso o per gli altri”. Se i soldi non ci sono, non ci sono né per gli italiani, né per gli stranieri. Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche e, magari, smettere di alimentare le barriere mentali verso altre persone di diversa nazionalità e di fomentare una guerra tra poveri. Anche di spirito.