giovedì 13 marzo 2014

Nuovo rapporto Unicef e una canzone per la pace




Ogni bambino conta: rivelare la disparità, promuovere i diritti dei bambini”: questo il titolo dell'ultimo rapporto Unicef sulle condizioni dei minori nel mondo. Tessa Wardlaw, durante la presentazione dell'indagine a New York, ha sottolineato l'importanza delle statistiche per portare alla luce le situazioni in cui diventa urgente intervenire e per sostenere campagne di sensibilizzazione.

Le statistiche, infatti, hanno rilevato che alcuni segnali positivi ci sono: è aumentata, ad esempio, negli ultimi vent'anni, la frequenza della scuola primaria nei Paesi più poveri, ma sono ancora troppi i problemi gravi da risolvere per salvare la vita a tanti altri bambini o per migliorarne la qualità.

Solamente nel 2012, infatti, sono deceduti circa 18 mila bambini al giorno sotto i cinque anni per cause prevedibili (malattie infettive o malnutrizione); il 15% dei minori, in tutto il mondo, è costretto a lavorare; l'11% delle bambine si sposa prima di aver compiuto i quindici anni con uomini molto più grandi di loro che usano violenze fisiche e psicologiche sulle giovanissime mogli; in alcune nazioni, ad esempio in Ciad, 100 maschi frequentano la scuola secondaria, solo 44 le femmine.

Il continente africano, purtroppo, è ancora quello che detiene il primato più triste per quanto riguarda la mortalità infantile, mortalità dovuta a numerose cause: come detto, le malattie e la fame, ma anche la violenza a cui i minori sono sottoposti soprattutto se cresciuti in zone di guerra: vengono uccisi anche perchè arruolati fin da piccoli nelle fila degli eserciti tribali. I Paesi africani maggiormente colpiti da queste piaghe sono: la Sierra Leone che dal 2012 ha contato 182 vittime su mille; l'Angola, la Somalia e il Congo.



Proprio per promuovere la pace tra Cristiani e Islamici nella Repubblica Centrafricana Youssou N'Dour e Idylle Mamba hanno realizzato un video musicale con la canzone “One Africa”. Lui senegalese musulmano, lei centrafricana cristiana: due artisti che, attraverso la loro creatività, cercano di avviare il dialogo tra le due comunità religiose.

E' del 7 febbraio scorso la notizia del linciaggio di un musulmano che, cercando di fuggire dalla capitale della Repubblica centrafricana, Bangui, con altre migliaia di persone, è caduto dal camion su cui viaggiava ed è stato barbaramente ucciso. Sicuramente una canzone non è sufficiente per risolvere una situazione complessa e incancrenita come quella in atto da sempre in quest'area del mondo, ma il messaggio può arrivare forte e chiaro: le immagini del video mostrano manifestanti cristiani e islamici, imam e sacerdoti uniti in un abbraccio per lottare, insieme, per la pace mentre le parole del testo ricordano la storia del Senegal, nell'epoca in cui le persone che professavano le due religioni si rispettavano e vivevano in armonia. E il ritornello ripete: “Cristiani e Musulmani sono dello stesso sangue”...