lunedì 19 maggio 2014

Cyberbullismo e diritti umani



Hannah, Carolina, Aurora, Andrea, Nadia, Amanda: questi sono solo alcuni dei nomi di ragazze e ragazzi che si sono tolti la vita, nel corso dell'anno, perchè vittime di bullismo e di cyberbullismo.

La rete, infatti, può essere uno strumento utilissimo per ampliare le conoscenze e per approfondirle, ma può anche diventare una trappola psicologica oppure un'arma puntata contro i più deboli.

La Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama ha, così, deciso di prestare la massima attenzione al fenomeno del cyberbullismo e di avviare un'indagine conoscitiva del problema, in collaborazione con il Ministero dell'Università e della ricerca scientifica, la Polizia Postale, il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza e con Save the children.

Elena Ferrara, membro delle Commissioni istruzione e Diritti Umani, ha presentato anche un disegno di legge per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. “Dopo aver vissuto il dramma del suicidio di una mia ex alunna di 14 anni, a gennaio 2013, e a fronte dell'ultimo drammatico gesto analogo di una ragazzina di Venaria, faccio appello al Parlamento affinché già all'inizio del prossimo anno scolastico possano partire le campagne di formazione e di contrasto al fenomeno e per dotare l'Italia di una legge che metta a sistema l'educazione per la sicurezza in rete”: con queste parole la senatrice si è rivolta ai suoi colleghi.

Il disegno di legge prevede che i post offensivi vengano rimossi dal web nel giro di 24 ore su richiesta dei genitori o di chi ha la responsabilità dei minori; in caso di mancata richiesta, provvederà lo stesso Garante nell'arco delle 48 ore. Per i ragazzi che commettono il fatto è previsto un ammonimento perchè, prima della punizione, è importante educarli non solo all'utilizzo corretto di Internet, ma soprattutto al “recupero del senso del limite, del rispetto verso la persona, verso i coetanei, soprattutto i più fragili”, ha continuato Elena Ferrara. “Oggi, già a dieci anni, i più giovani prendono contatto con la complessità e la vastità del mondo attraverso uno smartphone. Siamo sicuri che questo non implichi degli obblighi? O comunque delle responsabilità?”.

Quando il senso di responsabilità, di giovani e adulti, viene a mancare, devono subentrare altre misure. E' prevista, quindi, la costituzione di una cabina di regia che coordini le strategie tra Ministeri, Polizia Postale e il Safer Internet Center, e una rete in linea anche con le direttive suggerite dall'ONU e dalla Commissione Europea.

Sono, infine, previsti corsi di aggiornamento e di formazione rivolti agli insegnanti affinchè, in ogni scuola, ci sia un referente perchè: “l'educazione all'uso consapevole della rete deve assumere continuità curricolare, responsabilizzando gli stessi alunni ad assumere condotte di legalità e di solidarietà”, ha concluso la Ferrara.