domenica 11 maggio 2014

I dolori della pace




Eccoci arrivati al quinto appuntamento della “Carovana dei diritti/parte seconda” con un interessante incontro sul tema della pace.

Presentiamo, infatti, il volume intitolato I dolori della pace (Poiesis editrice) del Prof. Giuseppe Goffredo.
Come possiamo accettare che il nostro benessere sia basato sulla morte e la sofferenza degli altri?”; “Come possiamo accettare che la pace si regga sulla occupazione delle terre altrui?”: queste sono alcune domande da cui prende avvio la riflessione dell'autore. Molti gli argomenti che affronteremo durante la serata: gli stereotipi negativi, in particolare sugli islamici, a partire dall' 11 settembre 2001; la differenza tra guerra preventiva e guerra prevista; le conseguenze della cosiddette “primavere arabe” e tanto altro ancora.
...Se la guerra è cosa umana, l'umanità stessa può decretarne la fine. Il modello mentale costruito intorno alla guerra può essere sconfitto attraverso il 'disarmo' non solo militare ma anche 'culturale' come dice Panikkar. Se la guerra è stata costruita e adottata nella Storia attraverso la cultura, la cultura stessa può pensare la storia cancellando l'idea della guerra. Per fare questo occorre disinnescare i meccanismi concettuali, linguistici, simbolici che armano la nostra mente”.



L'incontro prevede la proiezione - e il commento - di un cortometraggio e la testimonianza di Mohammad Amin Wahidi, poeta e attivista per i diritti umani.

Il Prof. Goffredo e Mohamad Amin Wahidi leggeranno alcune loro poesie.


La serata sarà, quindi, ricca e vi aspettiamo numerosi!
 

L'appuntamento è per:


mercoledì 14 maggio, ore 18.30, presso Spazio Tadini, Via Jommelli, 24 (MM LORETO) a Milano

 

Giuseppe Goffredo: poeta e scrittore anche di teatro. Nel 1994 ha fondato, e da allora dirige, i Seminari di Marzo dialoghi Mediterraneo-Europa, la rivista Qui Letteratura arte e società fra culture mediterranee e la Poiesis Editrice.

Mohammad Amin Wahidi: Nato a Kabul, rifugiato con la famiglia in Pakistan, all'età di dieci anni, al rientro in patria ha studiato Arte e Cinema presso la facoltà di Belle Arti di Kabul. Tra i primi presentatori TV di etnia hazara, osteggiato dai fondamentalisti, ha fondato una casa di produzione cinematografica che supporta i filmmaker afghani che vogliano trasmetter un messaggio di pace.
E' poeta e attivista per i diritti umani.