domenica 13 luglio 2014

Altri comunicati sulla Palestina: 11 e 12 luglio 2014




(Il seguente comunicato è uscito anche su Nena news – vedi articolo di Monica Macchi su questo sito)


Basta con struzzi e coccodrilli

Da Gaza al mondo, parla un gruppo di cooperanti italiani in Palestina



Basta con chi fa finta di non vedere. Basta con chi pensa che una partita di pallone sia più importante di un’intera popolazione inerme sotto le bombe…Basta con chi dà del terrorista a un’intera popolazione senza mai aver voluto ascoltare le voci di Gaza. Basta con giornalisti che scrivono articoli comodamente seduti da casa o dalle redazioni a Roma e Milano. Basta con l’equidistanza a tutti i costi. Basta con le condanne bipartisan e con le parole misurate.

Siamo operatori umanitari e condanniamo la violenza verso i civili, SEMPRE.

Per questo non possiamo restare silenti dinanzi ad un attacco armato indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto.

Non possiamo far finta di nulla. Noi Gaza la conosciamo perché ci lavoriamo, perché la viviamo e lì abbiamo imparato cos’è la sofferenza, ma anche la resistenza. E non parliamo di lancio di razzi: per i circa due milioni di persone che risiedono a Gaza, che vivono da 48 anni sotto occupazione, dimenticate dal mondo, che piangono morti che sono sempre e solo numeri, che subiscono interessi politici sempre più importanti della vita umana... resistere è essere capaci, nonostante tutto, di andare avanti.

Gaza ci ha insegnato semplicemente la dignità umana.

 
Siamo qui e ci sentiamo inermi e, ancora una volta, esterrefatti perché continuiamo a leggere articoli di giornale che a nostro avviso non rispecchiano la realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza occupante e una popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana dei razzi lanciati da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente, non hanno procurato morti e riducono a semplici numeri le oltre 100 vite spezzate a causa dei bombardamenti Israeliani in meno di tre giorni.                 
 
Tutto ciò che scriviamo non è frutto di opinioni personali o giudizi morali; è sancito e ribadito dai principi del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, che muovono il nostro operato ogni giorno. 




Riteniamo inaccettabile che la risposta all’omicidio dei 3 coloni, avvenuto in circostanze ancora ignote, sia l’indiscriminata punizione di una popolazione civile indifesa: il diritto umanitario vieta le punizioni collettive - definite crimini di guerra dalla IV Convenzione di Ginevra (art. 33).



Israele ha addossato la responsabilità ad Hamas, attaccando immediatamente la Striscia, causando la risposta dei gruppi palestinesi con il lancio di missili su Israele. Il governo israeliano sostiene di voler colpire gli esponenti di Hamas e le sue strutture militari. E’ davanti agli occhi di tutti che ad essere colpiti finora sono soprattutto bambini e donne. Basta con lo scrivere che Israele reagisce ai missili da Gaza, la verità per chi vuol vederla e i numeri, se non interpretati con slealtà, sono chiari.


Dall’8 luglio, inizio dell’operazione militare “Protective Edge”, Israele ha bombardato 950 volte la Striscia, distruggendo deliberatamente oltre 120 case, (violando l’articolo 52 del Protocollo aggiuntivo I del 77 della convenzione di Ginevra), uccidendo 102 persone (inclusi 30 minori 16 donne,15 anziani e 1 giornalista) ferendo oltre 600 persone, di cui 50 in condizioni molto gravi.

Oltre 900 persone sono rimaste senza casa, 7 moschee, 25 edifici pubblici, 25 cooperative agricole, 7 centri educativi sono stati distrutti e 1 ospedale, 3 ambulanze, 10 scuole e 6 centri sportivi danneggiati.



Dall’altro lato, il lancio di razzi da Gaza, secondo il Magen David Adom (servizio emergenza nazionale israeliano), ha causato 123 feriti di cui: 1 ferito grave; 2 moderati; 19 leggeri; 101 persone che soffrono di shock traumatico.



Di fronte a questi numeri ci sembra intollerabile la non obiettiva copertura di gran parte della stampa internazionale e nazionale dell’attacco israeliano verso la Striscia di Gaza. Per questo riteniamo necessario prendere posizione e ribadire la necessità di riportare l’informazione, sullo scenario militare in corso, alle dovute proporzioni.


Ci appelliamo infine ai responsabili politici in causa e a quanti possano agire da mediatori, affinchè le operazioni militari cessino immediatamente e perchè si ponga fine all’assedio nella Striscia di Gaza.





Gerusalemme, 11 Luglio 2014


Siamo un gruppo di cooperanti che vive e lavora in Palestina. Tutto ciò che scriviamo è verificato da testimonianze sul campo e da fonti di agenzie internazionali. Per maggiori informazioni scrivete a:










Dal comitato Salam di Milano, ieri 12 luglio 201, trasmesso la dott.ssa Paola Manduca



Tutti siamo colpiti dalla morte e dai feriti unilaterali in Gaza causati dagli attacchi Israeliani che non sono, come continuano a raccontare i governanti Israeliani, molto "intelligenti" e mirati alle strutture militari o ai combattenti, ed assai meno lo diventeranno se entrano per via terra.



C'è però un aspetto di questa ( e delle precedenti ) guerre su Gaza che raramente si immagina ed è il deliberato accanimento su tutta la popolazione. Senza dubbio evitabile visto le capacità di intelligence degli Israeliani e senza dubbio crimini, visto che sono scelte mirate a distruggere la popolazione civile tutta ed indiscriminatamente. Di seguito sono arrivate le notizie seguenti:



la centrale del trattamento delle fogne distrutta ( e forse c'era un combattente che la usava come piscina?)



le barche dei pescatori distrutte (e con esse la ark for Gaza) che forse usavano le barche per combattere? quindi niente pesce a Gaza, anche se avessero avuto il coraggio di uscire a pescare.



e la peggiore di tutte: linee elettriche (entrambe quelle da israele e quella dall'Egitto) danneggiate e 75% di Gaza senza elettricità (l'altro 25% ce l'ha ancora m su turni di 8 ore con/8 ore senza). E non riescono a ripararle per ora data l'intensità dei bombardamenti. Potete immaginarvi, o forse no che:



con la elettricità funzionano gli ospedali/o no



con la elettricità funzionano le pompe che portano l'acqua nelle case/o no (va bene diremo tanto non si può bere e non si laveranno, poco male)



con la elettricità funzionano anche le pompe delle acque di scarico/o no. ricordate nel novembre scorso Gaza allagata di scarichi fognari? bene cosi è senza elettricità solo che ora ci sono anche più di 30°C e questo significa anche epidemie.



l'elettricità funzionano anche i depuratori per produrre acqua potabile


Sperando che lo riescano a fare prima che muoiano nel silenzio di tutti ed uno ad uno, di sete e di fame invece che solo di mancanza di medicine e di ferro e fuoco.