venerdì 18 luglio 2014

Il sole splende tutto l'anno a Zarzis: l'emigrazione vista dai più giovani




Un romanzo, o meglio un reportage-narrativo, che attinge dall'attualità per riflettere sui temi legati all'emigrazione, al cambiamento, all'identità. Questo e molto altro nel nuovo lavoro di Marta Bellingreri intitolato Il sole splende tutto l'anno a Zarzis (per Navarra Editore), con la prefazione di Gabriele Del Grande.



Pubblichiamo l'intervista che abbiamo fatto all'autrice, ringraziandola.



Il testo è composto da tante storie: sono storie, in fondo, reali, storie di ragazzi che ha incontrato di persona?



Tutte le storie narrate in questo libro sono storie vere. Ogni nome proprio, sia dei ragazzi che delle madri o sorelle o familiari, sono i nomi reali dei ragazzi e personaggi. Quindi sì, sono persone che ho incontrato di persona. I primi li ho incontrati a Palermo nel febbraio e marzo 2011 insegnando italiano con la mia associazione Di.A.Ri.A. Tutti gli altri li ho conosciuti a Lampedusa tra giugno e settembre dello stesso anno. Infine, un solo personaggio, l'ho incontrato a Roma e con lui altri ragazzi di cui parlo nella parte ambientata, o meglio vissuta, per l'appunto a Roma. Tutti questi ragazzi sono diventati amici col tempo, è nata una relazione che prescindeva dal fatto che io fossi stata loro insegnante, loro traduttrice, loro mediatrice. Ed è così che è partita l'avventura : conoscere le famiglie e poi ritrovare loro in Italia e in Francia negli anni a seguire. L'incipit e il primo capitolo del libro parlano invece degli unici due ragazzi conosciuti in Tunisia in procinto di... bé non vi svelo.



Quali sono i sentimenti e le aspettative dei ragazzi che lasciano il proprio Paese d'origine e quali quelle delle famiglie che restano in Tunisia?



I sentimenti sono … infiniti. Paura, gioia, insoddisfazione, desiderio d'avventura, senso di responsabilità che scatena rabbia e frustrazione, oppure forza e coraggio. Le aspettative sono tutte positive ma spesso deluse: sono quelle di poter viaggiare in Europa e poi stabilirsi e lavorare. Spesso invece per entrambi gli aspetti ci sono difficoltà e ostacoli.


I loro sogni, però, si infrangono contro la crisi dell'Europa...

 

Non è la crisi ad infrangere i loro sogni. Sono le leggi ingiuste che continuano a tappar loro le ali nonostante abbiano rischiato la vita per guardare al sogno, non volendosi mai accontentare di quello che hanno tra le mani. Ebbene, non si accontentano. Ma ad un certo punto si scontrano con l'asimmetria della loro posizione di straniero senza poter materialmente reagire.



Perché il sistema di accoglienza, in Italia, non funziona ? E quali sono le falle dell”operazione Mare Nostrum”?

 

Il problema è sempre lo stesso: non funziona la legge che impedisce la libertà di viaggiare, sia dai paesi non europei della sponda sud o est del Mediterraneo, sia da un paese europeo all'altro, impedendo la libertà di scegliere in che paese fare domanda id asilo politico. Finché non cambia questo, risolvere un sistema di accoglienza spesso inefficiente sarà secondario. E pecca perché dietro c'è un business, perché la disorganizzazione e la mancanza di figure professionali, la lentezza della burocrazia, l'impreparazione delle regioni che si confrontano con emergenza piuttosto che di fronte alla regolarità di un fenomeno che tocca la nostra terra.... Mare Nostrum che falle può avere? Sì, mentre una nave militare porta le persone tratte in salvo in mezzo al mare verso un porto che spesso non è il più vicino e il più sicuro (vedi Taranto o Palermo rispetto a Lampedusa e Pozzallo), magari non può trarre in salvo altre persone che stanno arrivando dalla Libia perché percorrono distanze che necessitano giorni di viaggio. Ma oltre ia problemi pratici, Mare Nostrum ha portato a terra 70.000 e più persone in nove mesi. Ma almeno trecento ne sono morte comunque. Mare Nostrum è comunque un'operazione militare anche se compie un'azione militare. È la militarizzazione e il controllo del Canale di Sicilia che mi spaventa, senza che vari la libertà di movimento. Consiglio vivamente l'articolo della ricercatrice Martina Tazzioli: Fare spazio e non frontiere. Mare Nostrum e il confine umano-militare. http://www.euronomade.info/?p=2804.



Qual è la situazione della Tunisia post-rivoluzione, soprattutto in relazione ai diritti delle donne e dei minori?



Più che di rivoluzioni parlo di rivolte che hanno portato sì alla caduta di un regime e ad una fase di transizione con le elezioni politiche, l'assemblea costituente che a gennaio 2014 ha terminato il testo della Costituzione dove sì formalmente trovano spazio i diritti delle donne e dei minori, che già in Tunisia godevano di ampio spazio grazie al Codice di Statuto Personale del 1956. Semplicemente dalla forma alla sostanza e alla pratica a causa delle ambiguità politiche e della cultura e del sentire del paese spesso non avviene il passaggio. Rispetto ad altri paesi arabi, la situazione è positiva, nonostante i due terribili omicidi politici del 2013, diversi episodi violenti e cosiddeetti “terroristici” dal 2012 a pochi mesi fa. Ma guardando ai miei ragazzi giovani, agli amici e alle amiche...sì, si sono aperte tante possibilità in più, spesso di progetti e apertura verso il mondo. Ma spesso la maggior parte restano nel proprio quartiere a fumare e sognare al di là del mare...