lunedì 14 luglio 2014

Una poesia di Paul Polansky per riflettere sull'attualità



Paul Polansky, nel 2002, è stato invitato a tenere una conferenza presso l'Università di Tel Aviv; in quell'occasione ha voluto conoscere il più possibile della città, del Paese e dei suoi abitanti e ha scritto una serie di poesie raccolte nel testo intitolato Bus ride in Jerusalem.


Poeta, fotografo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio mitico per il suo impegno a favore delle popolazioni Rom.
Le sue raccolte di poesie "Living Through It Twice", "The River Killed My Brother", e "Not a refugee" descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro quelle popolazioni.
Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom.
Attualmente dirige alcuni progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo e in Serbia.
Nonostante egli debba la sua fama mondiale alle sue battaglie a tutela dei Rom kosovari, Polansky è anche un prolifico ed apprezzato romanziere e poeta, che riesce a fondere, nei suoi scritti, l’esperienza di sessantasette anni vissuti intensamente e l’impegno a salvaguardia di una cultura gitana che lo ha toccato nel profondo e che la civiltà occidentale tende a sopprimere.
Nel 2004 Polansky è stato insignito del prestigioso Human Rights Award della città di Weimar, in Germania.


Di seguito pubblichiamo un poema che lo scrittore ci ha gentilmente regalato (tratto dalla sua raccolta). Ringraziamo di cuore Paul Polansky per questo omaggio e per questa riflessione.




In the souk



In the souk today,

I saw a small Arab boy

steal a plastic pistol.

He ran down a crowded

cobblestone lane

waving the gun,

until an Arab man

grabbed him by throat

and took the toy away

before the Israeli soldiers

had a chance

to shoot him.