venerdì 10 ottobre 2014

Il progetto B.LIVE per i giovani oncologici




Fino al 10 ottobre, presso il negozio SHARE in Via Padova 36 a Milano, tra cappotti, maglioni, jeans e altri capi di abbigliamento sono esposte anche magliette, biciclette, spille e CD musicali che hanno un valore aggiunto: sono, infatti, oggetti disegnati dai ragazzi del progetto B.LIVE, giovani in cura all'Istituto Nazionale dei Tumori, nell'ambito del progetto più ampio chiamato, appunto, Progetto giovani.

B.LIVE coinvolge i pazienti in percorsi creativi guidati da professionisti di diversi settori e nasce con il contributo della Fondazione Magica Cleme onlus, dell'Associazione Bianca Garavaglia e di Fondazione Near onlus. Il primo progetto B.LIVE, del 2012, è stato proprio quello di moda con il coordinamento della stilista Gentuccia Bini: i ragazzi hanno partecipato a tutto il percorso di realizzazione dei capi, dal cartamodello, alla sfilata, creando una vera e propria collezione. Attraverso Facebook (per una volta usato con criterio) i giovani hanno potuto lavorare e partecipare al progetto anche dalle loro abitazioni oppure dall'ospedale nel caso fossero in terapia o dovessero effettuare i controlli medici. Interessante notare che i prodotti sono esposti, in questo periodo, nel negozio SHARE, un locale speciale perchè raccoglie capi di abbigliamento, usati e garantiti, che provengono dall'Italia e dall'estero per uno scambio commerciale etico, solidale e responsabile; il negozio, inoltre, fa parte di un progetto di housing sociale che prevede la ristrutturazione di 19 appartamenti a canone calmierato.

Il secondo progetto di B.LIVE riguarda la musica: nel 2013 è stato realizzato il CD “Nuovole di ossigeno” con la partecipazione di Faso, il bassista del gruppo di Elio e le storie tese e i ragazzi dell'Istituto che hanno scritto e cantato i pezzi.

Nel contesto del Progetto Giovani sono attive varie attività, percorsi sportivi e formativi per restituire, ai pazienti, la qualità del tempo e un ambiente, anche all'interno dell'ospedale, in cui trovare serenità e svago e in cui dar via libera alla creatività. “ Questo progetto mi ha aiutato a pensare a me stesso non come a un malato, ma come a un ragazzo che può andare in palestra, disegnare, progettare. Non sono un medico, ma credo che questo atteggiamento aiuti anche a superare la malattia”, ha affermato Matteo Davide: bastano queste parole, come quelle di altri, per capire il valore di questa idea. Un'idea dove il commercio consapevole, l'Arte e il senso sociale, finalmente, si uniscono per affermare il diritto alla vita.