sabato 15 novembre 2014

Per i 43 studenti uccisi in Messico



L'Associazione per i Diritti Umani vi invita a leggere e poi a firmare il seguente appello, per la memoria di quei 43 studenti ammazzati in Messico e per i loro familiari. Ricordiamo cosa è accaduto: la notte del 26 settembre un gruppo di studenti si sono impossessati di tre autobus per protestare, la polizia locale ha aperto il fuoco contro i manifestanti e ha ucciso uno studente. Nelle ore successive, mentre gli studenti denunciavano l’accaduto, un gruppo armato li ha attaccati. Allo stesso tempo un altro gruppo ha aperto il fuoco contro un autobus che trasportava una squadra di calcio, uccidendo un giocatore. È stato dimostrato che le armi usate dal commando erano della polizia.



L'iniziativa è stata lanciata da Amnesty: www.amnesty.it



Dopo la conferma che i 43 studenti dell'istituto per maestri di Ayotzinapa scomparsi il 26 settembre a Iguala sono stati uccisi e bruciati e i loro resti gettati in un fiume, Amnesty International ha accusato il procuratore generale del Messico, Jesus Murillo Karam, di non aver evidenziato le complicità del governo in questa tragedia.
Le indagini sono state limitate e incomplete e non hanno messo in luce la radicata collusione tra lo stato e la criminalità organizzata, che spiega le gravi violazioni dei diritti umani che hanno luogo in Messico.

Il sindaco di Iguala, il principale imputato per la sparizione dei 43 studenti, è stato a lungo sospettato di corruzione e gravi crimini. Nel giugno 2013 un sopravvissuto a un attacco contro otto attivisti aveva accusato il sindaco di aver preso direttamente parte all'azione, nel corso della quale tre degli attivisti furono uccisi. Il sopravvissuto fornì un resoconto dettagliato, che fu consegnato a un notaio per paura della corruzione della polizia. Il procuratore dello stato di Guerrero non indagò sulla sua denuncia e, nonostante le schiaccianti prove contro il sindaco, l'indagine è stata chiusa nel maggio 2014.

Nel corso delle ricerche sui 43 studenti scomparsi il 26 settembre a Iguala, nella zona sono state rinvenute 19 fosse comuni. Finora sono state arrestate 74 persone. Durante l'attacco agli studenti, sono state uccise sei persone.

Quarantatré studenti scomparsi risultano ancora dispersi dopo che la polizia ha aperto il fuoco contro di loro e dopo essere stati attaccati da sconosciuti a Iguala, stato di Guerrero. Ventotto corpi, non identificati, sono stati ritrovati in una fossa comune vicino a Iguala; la ricerca delle persone scomparse continua.

I 43 studenti non sono stati ritrovati dalla loro sparizione, il 26 settembre nella città di Iguala, nello stato di Guerrero, nel Messico meridionale. Circa 25 di loro erano stati arrestati dalla polizia municipale, mentre gli altri sono stati rapiti da uomini armati non identificati che hanno operato con l'acquiescenza delle autorità locali, poche ore dopo. Tutti gli studenti scomparsi sono vittime di sparizione forzata.

Il 5 ottobre funzionari dello stato di Guerrero hanno ritrovano sei fosse comuni nei pressi di Iguala, a quanto pare a seguito di informazioni fornite da alcuni dei 22 agenti della polizia municipale attualmente in stato di arresto. Almeno 28 corpi sono stati esumati, ma devono  essere effettuati esami medico-legali per identificare i cadaveri. Non è ancora chiaro se si tratta  degli studenti rapiti. Sulla base di una petizione dei rappresentanti di parenti delle vittime, esperti forensi internazionali indipendenti stanno aiutando nel processo di identificazione.

L'Ufficio del procuratore generale federale (Procuraduria General de la República, Pgr) si è assunto l'incarico di gestire l'indagine sulle fosse comuni e l'identificazione dei cadaveri. Tuttavia, l'indagine sulle sparizioni e sugli omicidi di altre sei persone, il 26 settembre - tra l'altro funzionale a determinare dove siano i 43 studenti - rimane all'Ufficio del procuratore generale dello stato di Guerrero, nonostante le accuse di possibili legami con gruppi criminali e la sua ripetuta incapacità di svolgere indagini efficaci su gravi violazioni dei diritti umani.

La gravità di queste sparizioni forzate e omicidi, associata al coinvolgimento del crimine organizzato, è sufficiente perché la Pgr rivendichi la competenza su questi casi, ma finora non è riuscita a farlo.