sabato 4 aprile 2015

Sull'autismo è quasi legge



Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale dell'Autismo: una sindrome di cui si sa ancora troppo poco e troppo confuse sono le informazioni vere che circolano sulle cause.

Quest'anno, la Commissione della Sanità del Senato ha approvato all'unanimità la prima legge su questo stato d'essere, legge che dovrà passare anche alle Camere. Si tratta di un primo risultato con cui vengono propossi percorsi di diagnosi precoce e di terapie intensive e continuative oltre a percorsi di formazione e vicinanza dedicati ai familiari delle persone autistiche.

I finanziamenti necessari per la neuropsichiatria - e quindi anche per l'autismo - arriveranno attraverso i Livelli essenziali di assistenza (LEA) che il Patto della salute (tra Ministero e Regioni) attribuisce agli organi locali e, in particolare, alle Regioni stesse.

La legge, presentata dai senatori Emilia De Blasi, Venera padua e Lucio Romano, è composta da soli quattro articoli in cui si pone al centro la dignità delle persone, e in particolare dei bambini, con la richiesta di cure farmacologiche, psicologiche e sociali: importantissimo questo ultimo punto perchè queste persone non devono essere lasciate sole e, compatibilmente con le loro possibilità, devono essere inserite anche nel mondo del lavoro per una loro maggiore autonomia.



Oltre a questa novità, l'Associazione per i Diritti Umani vuole segnalare il libro Baci a tutti edito da Sperling&Kupfer, di Andrea Antonello. Suo papà, Franco, aveva già dato alle stampe un bellissimo testo intitolato Se ti abbraccio non aver paura in cui racconta il lungo viaggio per gli Stati Uniti con il figlio Andrea, affetto dalla sindorme autistica. Oggi è lo stesso ragazzo, che ha vent'anni anni, a proporci i suoi pensieri, scritti al computer e in solitudine. 

Andrea è bello, alto, capelli mossi e lunghi e spesso abbraccia le persone, quando invece i ragazzi autistici fanno fatica a stabilire un contatto fisico con gli altri. Andrea ci racconta il suo mondo fatto non tanto di parole, ma di gesti e di sguardi, di quella comunicazione non verbale che “noi” non capiamo o che trascuriamo.

Andrea fa fatica a mettere in ordine, il nostro ordine, frasi, parole, ringraziamenti: ha un suo codice personale, un suo mondo interiore e, con questo libro, prova a raccontarlo per farsi capire un po' di più. Certo, lui ha una famiglia grandiosa alle spalle che lo ha sempre aiutato, supportato, spinto a fare nuove esperienze, senza remore e senza tabù. E questa è la strada giusta da percorrere: non fermarsi davanti agli ostacoli, anche se ce ne sono tanti, e mai sentirsi “diversi”. E' vero i ragazzi e i bambini autistici sono “diversi”, ma in base a quale normalità? Basterebbe trovare un nuovo modo di parlare, di rapportarsi con l'esterno, di scrivere e tutto torna a essere “normale”: lo hanno già insegnato Gianni Rodari, Munari, Calvino con le loro poesie, con le filastrocche, con i disegni...Ecco Andrea insegna a usare i colori del mondo in un modo “altro”, le facce buffe, le risate improvvise. Perchè essere autistici, forse, vuol dire anche essere un po' più profondi e saper cogliere il vero e il genuino dietro a tanta superficiale banalità.