mercoledì 11 novembre 2015

La bolla di Ventimiglia. Una protesta per i migranti, una protesta sociale





La Bolla di Ventimiglia è la graphic novel con cui Emanuele Giacopetti racconta la lotta portata avanti da un gruppo di migranti poche settimane fa, dando vita al presidio No Borders. Parole, ma soprattutto immagini, che descrivono con disarmante chiarezza quello che è successo e che continua a accadere al confine tra Francia e Italia: migranti che per la prima volta hanno rivendicato con determinatezza il diritto di passare; la reazione delle forze dell’ordine francesi e italiane; il presidio nato sugli scogli, dove alcuni migranti si sono rifugiati per sfuggire alle cariche delle forze dell’ordine; la solidarietà di molte persone.
Oggi il colore della nostra pelle è il miglior passaporto sulla piazza, ma – ammonisce Giacopetti – i confini della ‘Fortezza Europa’ sono mutevoli, come le sue regole”.



L'Associazione per I Diritti umani ha intervistato per voi Emanuele Giacopetti e lo ringrazia molto per queste parole.



Prima di tutto parliamo del presidio permanente “No borders”



Il presidio non esiste più', o meglio: quello che era il presidio sugli scogli e' stato sgomberato dalla polizia il 30 settembre, sulla pagina fb del presidio (tutt'ora attiva) si possono vedere le foto dell'operazione. Il 4 ottobre invece il corteo chiamato in solidarietà al presidio e' stato bloccato dalle forze dell'ordine nella piazza della stazione di XXmiglia, il corteo non si e' svolto e dopo 6 ore di stallo la polizia ha deciso di caricare i manifestanti che si organizzavano per andarsene rincorrendoli per le strade della citta' e ferendone molti. Nonostante questo gli attivisti, i migranti e i solidali con quell'esperienza continuano a vedersi e ad organizzare iniziative.      



La bolla di Ventimiglia” nasce da una vostra partecipazione diretta alle proteste: puoi fare alcune riflessioni su ciò che sta accadendo, dato che hai vissuto la situazione dall'interno?



Penso che ci siano vari livelli di viversi da dentro "la Bolla" e solo chi ha vissuto l'esperienza nel suo pieno (non io) abbia la reale visione dall'interno delle cose. Comunque: penso che l'esperienza di ventimiglia sia stata ed e' un'anomalia non solo rispetto a quest'europa e alle leggi che ne regolano i confini ma anche e soprattutto un'anomalia rispetto al dibattito che la questione profughi ha suscitato nel paese. Mi spiego: la destra, nel suo senso più' esteso, che ha molto lavorato e guadagnato dalla vicenda, ha impostato il discorso sul binomio respingere/accogliere facendo di un discorso complesso una semplificazione che ha portato anche chi non condivide quelle posizioni ad opporvicisi in un modo in fondo funzionale a questo sistema. Per molti un centro d'accoglienza e' la risposta umana al problema, , mentre in pochi lo leggono come uno strumento che limita il diritto a migrare di chi e' costretto a farlo. Basti pensare anche alla distinzione fra Profugo con diritto di asilo e migrante economico che e' stata sdoganata tranquillamente anche fra chi si dice in difesa dei diritti dei migranti. Ecco, "la Bolla" e' stata un'anomalia a tutto questo, portando la discussione nel luogo delle contraddizioni del sistema Europa e diventando allo stesso tempo protesta e risposta materiale alla necessita' di migrare.



Quali sono le politiche italiane sbagliate e quali quelle possibili in tema di accoglienza



Ci sarebbe molto da dire, col rischio di semplificare parlo solo dei principi: oggi l'immigrazione e' vissuta come un'invasione o nel migliore dei casi come un male da tollerare e mai come quello che e', un fenomeno inevitabile che se ben affrontato diventa risorsa. Nel momento che il migrante viene considerato persona nel pieno dei suoi diritti a prescindere dai documenti, noi rivendichiamo universalmente tutti quei diritti che oggi nell'era della "distrazione di massa" ci vediamo togliere. In questo momento nel nostro paese le strutture istituzionali costringono migliaia di vite ad un'esistenza in stallo che non può' produrre altro che degrado e sappiamo molto bene che il degrado e' un ottimo carburante per il consenso di chi ci governa o aspira a farlo.

Altra cosa, l'Italia dovrebbe innanzitutto interrompere le sue politiche estere ed economiche che generano le migrazioni disperate a cui assistiamo,solo due esempi: guardiamo cosa combina in Nigeria l'eni o quali sono i rapporti che il governo turco, nostro amico, ha con l'isis o con chi invece gli si oppone come il popolo curdo.



Cosa può fare la società civile?



Partecipare, nel senso più' fisico possibile. E' un momento in cui la nostra partecipazione seppur individuale puo' fare la differenza sull'esistenza di spazi democratici che oggi vediamo chiudersi. A Ventimiglia il 4 ottobre il diritto a manifestare e' stato negato e la verita' e' che nonostante la solidarietà' enorme espressa ovunque, la presenza fisica dei soli attivisti e dei migranti che non hanno ceduto alle intimidazioni dei giorni precedenti, ha reso possibile per le istituìzioni chiudere in maniera violenta un'esperienza scomoda. Su come e quando partecipare invece, il metodo della "bolla" e' replicabile e funziona ovunque: si creano degli spazi di discussione con chi sente o condivide il problema e insieme si decide "che fare", di questi tempi, questo e' già' rivoluzionario.



Alla luce delle disposizione europee, quale potrebbe essere il futuro per i migranti e i rifugiati?



Non bello,le cosiddette quote dei rifugiati divise fra i paesi membri sono solo uno specchietto per le allodole e riguardano solo una minima parte dei reali numeri di persone che continuano e continueranno a migrare. Penso che l'Europa nei fatti stia lasciando le cose come stanno, c'e' troppo da perdere ad intervenire e troppo da guadagnare a non farlo, già' si possono vedere i progetti dei nuovi centri per migranti in costruzione su tutti i confini: questa e' la stabilizzazione dell'emergenza non la sua soluzione.



Perchè la scelta di trattare questi temi con attraverso una graphic novel?



I tempi del fumetto sono sulla carta incompatibili con il tempo della notizia o ancora meno del contenuto web, eppure con Graphic-News il tentativo e' proprio quello di utilizzare i vari linguaggi della notizia disegnata per creare informazione che e' allo stesso tempo racconto, approfondimento e notizia nel senso stesso del termine. Per restituire o almeno provarci, un'esperienza come quella della "bolla", avere più' livelli a disposizione e' necessario.




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