giovedì 16 maggio 2013

Due donne, due ministri: Cecile Kyenge e Josefa Idem



Torna in Congo”, queste le parole scritte su uno striscione, davanti alla sede del Pd, con cui Forza Nuova ha attaccato il Ministro dell'integrazione, inviando poi un comunicato sempre contro “il ministro della (dis)integrazione che si è vantata di essere entrata clandestinamente in Italia, elogiando la poligamia”.
Cecile Kyenge ha affermato che sarà la società civile a rispondere a queste provcazioni e, intanto, ha rilanciato l'ipotesi di uno ius soli temperato. Ci sono diversi tipi di cittadinanza, ha precisato: lo ius soli puro esiste solo negli Stati Uniti. Secondo il diritto alla cittadinaza temperato, chi nasce in italia è italiano, ma a certe condizioni - come, ad esempio, la residenza regolare dei genitori per un certo numero di anni - perchè ha continuato Cecile Kyenge: “Bisogna cominciare a dare degli strumenti a giovani che un giorno saranno i dirigenti di questo Paese”.
A proposito delle esternazioni razziste da parte di alcuni estremisti di destra, Cecile Kyenge ha avuto la solidarietà di Josefa Idem, Ministro delle Pari Opportunità e dello Sport che ha annunciato di voler contrastare la violenza nei confronti delle donne attraverso l'istituzione di una task force dei ministri e di un osservatorio sul fenomeno: “La cosa straordinaria è che già arrivano le prime proposte. Come il braccialetto elettronico suggerito dal ministro Cancellieri. E' un'idea da valutare tra i sistemi per tenere lontani gli aggressori. Che sono seriali, ripetono negli anni laviolenza: il 40% delle donne ammazzate, prima aveva infatti subito stalking”, ha detto Josefa Idem e ha concluso, sull'argomento, affermando: “Non credo che l'inasprimento delle pene serva a diminuire i reati, ci vuole più controllo su pubblicità e televisione”.
Il Ministro per le Pari Opportunità ha anche esposto il suo disegno di legge riguardo alle unioni civili: un provvedimento a favore delle coppie omosessuali. “Non è importante se uno ha scelto di condividere la vita con una donna o un uomo, se una persona è gay, lesbica o eterosessuale. La cosa fondamentale è che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti, senza distinzione di sesso”. E ha affermato, inoltre: “ Non è importante come le chiami, ma i diritti che dai. E questi devono essere uguali per tutti i cittadini...Perchè è ingiusto non poter stare accanto a chi ami se è malato perchè lo Stato ti considera un semplice conoscente. Non devono esistere cittadini o coppie di serie B”.