sabato 22 agosto 2015

La ricostruzione dei mausolei in Mali




di Veronica Tedeschi




Il 19 luglio è stata completata la ricostruzione di otto mausolei di Timbuctù (in Mali) andati distrutti nel 2012. Il progetto di restauro è stato coordinato dall’Unesco (l’Agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura) e nella sua totalità costerà 11 milioni di dollari, donati in parte dall’Unione Europea e in parte dalla Svizzera; seguirà a questi primi otto, la ristrutturazione di altri 6 mausolei che sarà completata entro fine anno.   
 
 

Soprannominata «La città dei 33 santi», Timbuctu fiorì tra il XV e il XVI secolo come centro carovaniero e di propagazione dell’Islam in Africa. Tipici sono i suoi monumenti come le tre moschee storiche Djingareiber, Sidi Yahiya e Sankoré, gli antichi portali, le case dei primi esploratori, il pozzo costruito nel punto in cui, mille anni fa, una donna tuareg – narra la leggenda – trovò l’acqua che ha dato ricchezza e potenza alla città del deserto. Ma è anche l’atmosfera che si respira. «Sembra deserta – osserva una guida turistica in un’intervista all’agenzia Ansa -, poi ogni tanto qualcuno fa “capolino” e, piano piano, cominci ad avvertire uno sguardo da dietro le tipiche finestrelle antiche a grata che impediscono di vedere l’interno, ma dalle quali si può osservare perfettamente l’esterno.” Durante il periodo di occupazione della città i combattenti jihadisti hanno vandalizzato e distrutto moschee e mausolei considerati non rispondenti all’ortodossia islamica e hanno bruciato alcuni manoscritti.

Grazie all’ intervento francese che ha respinto a Nord gli Jihadisti, oggi in città si respira un’aria diversa e, molto lentamente, anche il turismo sta riprendendo. La ricostruzione dei mausolei rappresenta chiaramente la volontà della popolazione di non voler perdere la propria cultura e di non arrendersi alla volontà dell’Islam estremista.

Il vostro lavoro è una lezione di tolleranza, dialogo e pace. Si tratta di una risposta agli estremisti e la sua eco può essere udita ben oltre i confini del Mali”, ha affermato Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco, annunciando che l’Unesco ha fatto ricorso alla Corte Penale Internazionale contro i distruttori dei mausolei.