domenica 16 febbraio 2014

Milano verso Expo: Milano, donna e madre



Una sera come tante andiamo al ristornate: nuvole di drago, riso cantonese e pollo con anacardi. Angelo - un nome evocativo e molto italiano - con i suoi piccoli occhi a mandorla si avvicina e ci chiede: “Vi servono dei bicchieri?”. Proprio in quel periodo stavamo facendo un trasloco e, sì, bicchieri nuovi ci potevano essere utili. “Sono quelli dei gelati che ci avanzano”: robusti, di vetro, belli.

Chissà se Angelo, dopo innumerevoli ore chiuso dentro al ristornate di fronte alla chiesa di Via Casoretto, ha mai incrociato lo sguardo di Shady, il ragazzo di origine siriana che da tanto tempo non può entrare nel Paese di suo padre perchè lì, in passato, c'è stata la dittatura e, ora, infuria la guerra civile. Occhi di brace, quelli di Shady, ciglia lunghe che tradiscono dolcezza, ma espressione seria e concentrata quando racconta la durezza del regime e la repressione delle libertà. Forse Shady, qualche volta, attraversa Milano in metropolitana e forse, una volta, si è seduto accanto a Sanja che di solito corre per salire su un vagone che la porta in radio, dove lavora, in zona Garibaldi. Sanja è serba, di Belgrado e, nel 1999, durante i bombardamenti Nato nel quartiere della sua città, per poco viene mancata dalle bombe: il suo nome significa “colei che sogna” e questa giovane donna, forte e tenace, ha deciso di continuare a sognare a Milano, dove le persone hanno modi di dire buffi e abitudini strane, ma ti accolgono spesso con schiettezza e simpatia. Purtroppo non è sempre così: Ahmed è stato aggredito, tempo fa, mentre aspettava l'arrivo di un tram. In una fredda serata lui, abituato al calore anche umano dell'Africa, si è preso addirittura alcune coltellate in pancia, ma ad Ahmed torna il sorriso quando ripensa al Duomo, quel tempio così silenzioso, austero e pieno di pace, che custodisce la spiritualità di tutti.

Vorrei invitare questi amici - e molti altri - alla pasticceria di Via Padova dove spesso incontro Nordin: qui parliamo della sua famiglia e della sua Algeria. Chiacchiere profonde davanti a un buon croissant, per addolcire polemiche e ricordi.

Milano: signora capricciosa che accoglie e respinge. Milano: madre severa che educa e nutre. Milano: una donna imperfetta probabilmente, ma capace di dare vita.